Abstract

Il collegamento tra cambiamento economico e mobilità sociale è un tema ormai classico, ma non per questo privo di potenziale dal punto di vista della ricerca. In particolare le conseguenze economiche e sociali della grande pandemia di peste di metà Trecento possono essere studiate prendendo in esame casi di mobilità sociale tanto in senso ascendente quanto discendente. La documentazione aretina, composta tanto da registri notarili quanto da contabilità mercantile, consente di seguire da vicino le parabole sociali degli operatori economici della città toscana: il secondo Trecento fu un periodo in cui, accanto a nuove povertà, si aprirono anche nuovi canali di mobilità sociale, in particolare quello che portava numerosi mercanti e produttori aretini a relazionarsi con la piazza commerciale di Pisa. Nuovi documenti provenienti dai registri notarili conservati presso l’Archivio capitolare di Arezzo consentono ora di fornire integrazioni preziose alle ricerche esistenti.

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