Abstract

Italie obscure or Une terre pour les images? The Italian Art and Literature of Bonnefoy and Orcel Within the very wide panorama of contemporary French literature, Yves Bonnefoy (1923-2016) and Michel Orcel (born in Marseille in 1952) are two paradigmatic examples of the multi-faceted interest beyond the Alps towards Italy and its culture, evident in both writers as regards to essay writing, translation and the consequent metatraductive reflections, as well as in their creative productions. Despite the unavoidable differences in education and poetics, both scholars are comparable due to the common interest in the same Italian men of letters, for example Ariosto whose Orlando Furioso was translated by Orcel and finely interpreted by Bonnefoy — and particularly Leopardi, of whom both French authors have offered brilliant poetic translations and original essays. Considering some of their critical contributions to Italian art and literature (including Orcel’s, Italie obscure, 2001 and Bonnefoy’s, Une terre pour les images, 2005), the essay investigates the unique characteristics of the Italian landscape, on a natural and artistic level, which emerge from the writings of the two French authors so far examined.

Highlights

  • Pur appartenendo a generazioni diverse e considerando le profonde differenze di formazione e di poetica, sia Yves Bonnefoy (1923-2016) che Michel Orcel costituiscono due esempi paradigmatici di interesse profondo e finemente competente verso la penisola italiana e la sua cultura, come emerge innanzitutto dalle rispettive produzioni saggistiche e dalle loro traduzioni di autori italiani corredate da importanti riflessioni metatraduttive

  • È soprattutto l’Italia del Quattrocento, e in genere quella rinascimentale delle regioni centrali, a orientare lo sguardo di Bonnefoy in direzione di un recupero della dimensione più autentica dell’esistenza umana perché nella pittura italiana di quel periodo, ad esempio grazie a Piero della Francesca, l’humanitas trova una nuova e sorgiva formulazione, mai proposta prima di allora, e saldamente radicata nel mirabile paesaggio circostante, come ben spiega Caramore: Un umanesimo così in contraddizione, in cui l’umanità è esaltata e svilita al tempo stesso, non può che aver luogo in un preciso paesaggio fisico, in una geografia non coerente, con una vegetazione ricca e uniforme, che conosce sia il riverbero dell’esuberanza mediterranea sia il pallore lacustre delle regioni nordiche

  • La biplanarità di approccio che si è seguita nella stesura di questo contributo ha permesso di evidenziare come da due percorsi traduttori ben diversi ed egualmente originali e sapienti si generi un fecondo terreno comune di riflessioni critiche che porta Bonnefoy a rileggere, secondo la semantica della speranza, alcune poesie leopardiane come il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia; dal canto suo Orcel critico interpreta L’Infinito e altri componimenti dei Canti secondo una prospettiva musicale, individuando al tempo stesso l’appartenenza di Ariosto-Tasso-Leopardi a una medesima e continuistica linea letteraria, caratterizzata dalla ‘défaillance de l’illusion’, fondamentale per il processo di formazione della coscienza moderna italiana dal Rinascimento al Romanticismo

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Summary

Introduction

Pur appartenendo a generazioni diverse e considerando le profonde differenze di formazione e di poetica, sia Yves Bonnefoy (1923-2016) che Michel Orcel (nato nel 1952) costituiscono due esempi paradigmatici di interesse profondo e finemente competente verso la penisola italiana e la sua cultura, come emerge innanzitutto dalle rispettive produzioni saggistiche (con una maggiore curvatura di Bonnefoy verso la critica d’arte) e dalle loro traduzioni di autori italiani corredate da importanti riflessioni metatraduttive.

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