Abstract

Il testo indaga la relazione ambivalente che lega il potere del linguaggio al linguaggio del potere; quindi esplora il concetto di narrazione, nella doppia dimensione di narrazione nel processo e di narrazione come processo. La narratività viene discussa sia in riferimento alla giurisprudenza costituzionale, sia alla costituzione stessa, intesa come un processo pubblico. Lo studio culturale del diritto considera il linguaggio giuridico non come uno strumento, ma come un insieme di segni che richiedono interpretazioni plurali.

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