Abstract
This paper focuses on the experience in ECEC services during the Covid-19 pandemic. Educational work changed following disruption of its conventional forms. Implemented at a distance, it dematerialized and migrated to space-time coordinates that were far removed from the previously known and established. One key challenge for educators was managing the absence of direct contact with children and parents, now become faces with whom to dialogue via a screen. Despite the frightening, inhibiting, even intimidating nature of these developments, many educators and teachers have valued the role of parents as “natural educators”, meanwhile meeting the challenge by working with renewed commitment, within novel, and mutable, boundaries.
Highlights
L’articolo riflette sull’esperienza di un nido-scuola nel corso della pandemia
This paper focuses on the experience in Early Childhood Education and Care (ECEC) services during the Covid-19 pandemic
One key challenge for educators was managing the absence of direct contact with children and parents, become faces with whom to dialogue via a screen
Summary
Professionisti e genitori, sollecitati dall’emergenza pandemica, che ha imposto rapide risposte e inedite organizzazioni del servizio, hanno ride-. Per i genitori è stato di grande valore poter prendere parte a queste occasioni di relazione con il personale educativo, che non ha fornito risposte genericamente rassicuranti e men che meno ha indicato programmi di attività da svolgere o far fare ai bambini; piuttosto, li ha aiutati a osservare i loro figli, in situazioni molto concrete del contesto domestico, alle prese con sfide cognitive, esplorazioni di oggetti e materiali, acquisizioni di nuove abilità nell’uso di strumenti quotidiani e nella partecipazione a momenti della vita relazionale e familiare, indubbiamente limitata e circoscritta all’interno dei confini domestici, ma pur sempre vita. Lo sguardo dei genitori ha così permesso al personale educativo di seguire e sostenere a distanza l’evoluzione di scoperte e interessi, che avevano visto avviarsi quando i bambini frequentavano i servizi, e ciò ha fornito le condizioni affinché certe esperienze di apprendimento e relazione non si interrompessero ma, grazie alle sensibilità dei genitori, potessero proseguire, assumendo altre forme, all’interno di nuove coordinate
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