Abstract
In times of pandemics, it is inevitable for dissertations to revolve around epidemics and that cost efficient cure that can save most lives. Much has already been written about vaccines and much more will be published in the future. When tracing the history of vaccines, authors often begin with the Jenner’s revolutionary technique, and follow its evolution up to the present day. But one’s technique or discovery, however ingenious and innovative, does not originate from thin air. Since the dawn of days, the genus Homo had to deal with infectious and non-comunicable diseases, trying to tackle them with the cultural means that were available at any given time. “Producing the first vaccine was therefore a long and fascinating adventure of human ingenuity”. I want then to retrace this path with what archeology, molecular biology, literature and history have to offer, placing Edward Jenner’s work as the culmination of our journey KEY WORDS history of medicine; epidemics; vaccines.
Highlights
In times of pandemics, it is inevitable for dissertations to revolve around epidemics and that cost efficient cure that can save most lives
Siamo nel 430 a.C., secondo anno di guerra del Peloponneso, e gli Spartani con i loro alleati hanno circondato Atene; molta gente dalle campagne si è riversata nella città, ma si sentono relativamente tranquilli: i rifornimenti alimentari arrivano dal Pireo, il loro porto, ma «non erano ancora passati molti giorni da quando costoro erano giunti in Attica, che la pestilenza cominciò a sorgere in Atene; si dice, sì, che essa anche prima fosse scoppiata in molte località, a Lemno e in altri paesi, tuttavia un tale contagio e una tale strage non erano avvenuti in nessun luogo a memoria d’uomo
Fu proprio durante questo suo incarico che osservò come su alcuni contadini la pratica della variolizzazione non attecchisse
Summary
Con lo sviluppo degli insediamenti urbani si sono create le condizioni per lo sviluppo delle epidemie. Siamo nel 430 a.C., secondo anno di guerra del Peloponneso, e gli Spartani con i loro alleati hanno circondato Atene; molta gente dalle campagne si è riversata nella città, ma si sentono relativamente tranquilli: i rifornimenti alimentari arrivano dal Pireo, il loro porto, ma «non erano ancora passati molti giorni da quando costoro erano giunti in Attica (gli Spartani), che la pestilenza cominciò a sorgere in Atene; si dice, sì, che essa anche prima fosse scoppiata in molte località, a Lemno e in altri paesi, tuttavia un tale contagio e una tale strage non erano avvenuti in nessun luogo a memoria d’uomo. Negli anni successivi vi furono altre due ondate dell’epidemia, ma ormai il danno più grosso era già stato fatto: Pericle e la sua famiglia erano morti nella prima ondata e, come Tucidide ci riferisce ancora, al comando di Atene si succedettero dirigenti incapaci. È vero che la Democrazia fu ristabilita poco più di un anno dopo, ma Atene non raggiungerà più quel prestigio di prima dell’epidemia; questo non significa che non continuò a essere la culla famosa di numerosi intelletti quali filosofi, poeti, scrittori ed artisti
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