Abstract

L’articolo analizza l’evoluzione della censura in Italia nel secondo dopoguerra, attraverso lo studio della legislazione prodotta tra il 1943 e il 2017. Particolare attenzione sarà data agli anni che vanno dal 1948 al 1962, periodo caratterizzato dalla maggiore continuità nell’azione censoria rispetto al precedente regime fascista. Successivamente, a partire dall’approvazione della legge n. 161/1962, l’azione censoria muta lentamente di segno. La fine della fase più acuta della guerra fredda, insieme all’avvento dei consumi culturali di massa, favoriscono un diverso uso della censura da parte della Democrazia cristiana. Da un lato, vi è un rilassamento dell’azione repressiva; dall’altro, la censura diviene un tassello di una più ambiziosa politica culturale. A partire dagli anni Sessanta la Dc riuscirà così a sfruttare la modernizzazione dei consumi culturali mantenendo un rapporto con il più tradizionale messaggio cattolico, in una linea di continuità con una visione della cultura in chiave pedagogica e moralizzatrice.

Full Text
Published version (Free)

Talk to us

Join us for a 30 min session where you can share your feedback and ask us any queries you have

Schedule a call