Abstract

A fronte degli attuali scenari di significato in cui il tradizionale dualismo mente/corpo, filtrato nell’impianto riduzionistico della medicina moderna, si traduce nei modelli e nelle pratiche della medicina altamente tecnologizzata della contemporaneita, l’oggettivazione del malato e della sua sofferenza espone quest'ultimo alla espropriazione della esperienza di se, nella complessita del proprio essere persona incarnata. Un approccio critico e creativo all'immaginario che fa da sfondo integratore a tale espropriazione non puo che essere finalita primaria di una progettualita pedagogica che voglia promuovere pensiero e personalita riflessive e autodeterminantesi, in grado di esperire e condividere le comuni istanze di comprensione, compassione, partecipazione, relazione, solidarieta e aiuto

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