Abstract

Vengono presi in esame criticamente alcuni aspetti dell'intervento di Pietro Pellegrini "Per il futuro della Legge 180" (Psicoterapia e Scienze Umane, 2018, 52,1: 115-119) che rischiano di trasformare qualunque discorso relativo alla Legge 180/1978 in un dibattito etico relativo ai diritti di cittadinanza, impedendo di cogliere anche le conseguenze effettive della Legge sulla gestione dei problemi di salute mentale delle persone e della organizzazione dei Servizi. Viene posta in discussione la effettiva natura etica di talune posizioni, che devono confrontarsi con il sospetto di ideologia da una parte e con i saperi scientifici dall'altra.

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