Abstract

I consilia sapientis rappresentarono una delle principali forme di intervento dei giuristi di scuola nella vita pubblica delle città italiane: dalle liti processuali alle complesse vicende diplomatiche, dal funzionamento delle istituzioni alla consulenza legale su casi privati. L’attività in iudicando è senz’altro la più rilevante per dimensioni e qualità di intervento. Ricostruendo le concrete modalità di lavoro dei giuristi, attraverso alcune serie archivistiche di Bologna e di Perugia, si è visto infatti come il consilium venisse formulato dopo un riesame della causa anche con l’ausilio di nuovi testi e di nuove prove; una sorta di altro processo, che si sovrapponeva al normale iter compiuto dal giudice forestiero. In un secondo momento si è cercato di ricostruire la politica del diritto seguita dai giuristi, individuando nella difesa della correttezza formale della procedura il filo rosso delle centinaia di pareri espressi anche in occasione di processi politici, dove la procedura ordinaria era maggiormente sottoposta a torsioni di carattere extragiuridico.

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