Abstract

Le benzodiazepine, costituite da un anello benzenico unito a un anello diazepinico e a un radicale fenilico, sono una classe di farmaci elettivamente utilizzati per il trattamento dei sintomi ansiosi. Esse incrementano la trasmissione dell'acido gamma-amminobutirrico (una sorta di ansiolitico endogeno) e, perciò, presentano un effetto ansiolitico, ipnoinducente o sedativo, miorilassante, anticonvulsivante e anestetico generale. Presentano minime interazioni farmacologiche con altri farmaci ma troppo spesso vengono utilizzate come terapia a lungo termine e non quando è strettamente necessario. Il farmacista territoriale può svolgere un ruolo sempre più importante per risolvere questo problema. Nel paziente con una patologia renale, occorre tenere in alta considerazione la farmacocinetica di questi farmaci e, quindi, l'assorbimento, la degradazione e l'escrezione sia dei principi attivi che dei loro metaboliti, fattori alterati nell'insufficienza renale. I pazienti con patologia renale fanno un uso di benzodiazepine maggiore rispetto alla popolazione generale, tuttavia è necessaria una riduzione del dosaggio di circa un terzo della dose massima consentita in pazienti con una funzione renale normale. Sono, inoltre, necessarie delle ricerche che indaghino sulle principali ragioni dell'utilizzo delle benzodiazepine da parte dei pazienti nefropatici.

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