Abstract

Nella Francia del diciottesimo secolo, l'atto di piangere di fronte a un dipinto era considerato un'esperienza piacevole radicata in un'estetica emozionale. Una tale idea trovava la propria base teorica negli scritti di Jean-Baptiste Du Bos, secondo il quale la chiave per apprezzare l'arte era simpatizzare con le emozioni rappresentate dall'opera d'arte. Tuttavia, questa risposta emozionale all'arte richiedeva anche moderazione. Mentre lo spettatore poteva essere coinvolto dalle emozioni rappresentate e farne esperienza lui stesso, vi era anche la necessità di mantenere una certa distanza (un disinteresse estetico). Nel contesto del diciottesimo secolo francese era diffusa la convinzione che (nei termini di capacità di godere la vita e partecipare alla società) i migliori individui fossero quelli che possedevano un alto grado di simpatia. La simpatia era considerata come una caratteristica umana fondamentale, che permetteva agli individui di connettersi l'uno all'altro, di coltivare relazioni e indirizzare le interazioni sociali.

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