Abstract

L’esplosione del virus e la diffusione a scala mondiale del concetto di distanziamento sociale hanno resa necessaria la riorganizzazione dello spazio che ci circonda secondo nuove misure. A questo proposito potrebbe tornare utile la prossemica, disciplina teorizzata negli anni ‘60 del secolo scorso dall’antropologo americano Edward Hall con lo scopo di studiare il significato che gli uomini attribuiscono ai concetti di distanza e spazio. Nel processo di ripensamento dell’architettura a cui andiamo incontro, le teorie di Hall potranno offrire un aiuto prezioso che investa tutte le scale, dalla città al quartiere al singolo edificio. Abbiamo la possibilità, imperdibile, di rivedere il modello di città contemporanea: che sia l’occasione di ripensare gli spazi a scala umana in vista di una nuova normalità.

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