Abstract

Obiettivo di questo intervento è presentare quello che ormai si definisce abitualmente un ‘caso di studio’, scelto tra le carte dell’Archivio personale di Elio Vittorini, conservato presso il Centro APICE dell’Università degli Studi di Milano, dove sono conservati alcuni documenti che senza dubbio alcuno possono essere considerati i materiali che sono stati consegnati in tipografia per la composizione dei volumi a stampa di alcune opere dell’autore. Inoltre, sono conservati anche altri documenti che si pongono in diretta relazione con questo preciso momento del lavoro sul testo letterario, cioè appunto le fasi che precedono il ‘visto si stampi’. L’osservazione di queste carte consente di misurare empiricamente alcune definizioni di antigrafo, ricavandone considerazioni utili per potere sostenere la loro efficacia in termini non tanto descrittivi, quanto piuttosto interpretativi, quando è possibile introdurre di fronte ai documenti conservati una lettura che si inserisca nel quadro della critica delle varianti e della filologia d’autore.

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