Abstract

This short essay presents a number of unpublished 16th to 18th-century documents from the qāḍī-court records of Aleppo related to contracts and arrangements of travel and transport. These documents mirror the importance of Aleppo as a centre of regional and international trade and as a chief halting place on the Anatolian-Syrian pilgrimage route in the classic Ottoman era. The bustling urban and rural world of travelling pilgrims, merchants, high dignitaries, travel agents, camel breeders, camel drivers, and porters returns the image of a society where mobility, despite its hardships, dangers and costs, was a constant and essential feature.

Highlights

  • Sommario 1 Le vie di comunicazione. – 2 La strada per Mecca. – 3 Il viaggio come business. – 4 Sui mezzi di trasporto e costi

  • Da un lato, «camel transportation is known to us mainly where the Ottoman state was involved»; dall’altro, «private agreements between merchants on one side and wagoners or camel drivers on the other were rarely recorded in writing» (Faroqhi 1982, 523)

  • Quando si è formato il Consesso legale nel Dīwān di Aleppo la Ben Difesa, alla presenza dell’onorevole Visir, l’illustrissimo consigliere, l’ordinatore del mondo, colui che sistema le questioni dei popoli con la giusta visione, colui che completa gli affari degli uomini con il penetrante pensiero, l’edificatore dell’edificio della fortuna e del successo, colui che erige i pilastri della felicità e dell’onore, il rispettabile Visir, sua Eccellenza ‘Uthmān Pasha, l’attuale Governatore di Aleppo, al Consesso colà formato, al cospetto di nostro Signore e Autorità, il Vanto dei nobili ‘ulamā’, la crema dei gloriosi insegnanti, il giudice della Sharī‘a, l’uomo di nome ḥājj ‘Abd al-Fattāḥ b

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Summary

Le vie di comunicazione

È stato rilevato che l’epoca ottomana fu caratterizzata da un grande sforzo al fine di. Prosegue Faroqhi, si dimostrò sempre più difficile, a tal punto che la garanzia di una tranquilla traversata di territori e distretti amministrativi dipendeva dalle abilità individuali dei singoli mercanti nell’assicurarsi dei salva-condotto. Sempre secondo la studiosa ottomanista, a partire dal XVIII secolo, si assiste ad un nuovo sforzo da parte delle autorità ottomane volto a ripristinare le comunicazioni via terra, grazie al recupero e restauro di caravanserragli e all’impiego di corpi di guardi in punti strategici di passaggio (Faroqhi 1982). A dispetto di ciò resta il dato fondamentale – confermato dai documenti oggetto di questo studio – di una società ottomano-siriana caratterizzata da un alto tasso di mobilità regionale e interregionale, che fa giustizia della troppo a lungo persistente e certamente non sostenibile visione di un mondo chiuso e immobile che ha caratterizzato, per così dire, l’occhio dell’orientalismo occidentale (Faroqhi 2014) Per quanto riguarda almeno il Bilād al-Shām, dalle osservazioni di viaggiatori, dalle cronache locali e dalle fonti dell’amministrazione ottomana, risulta evidente la persistenza, proprio nel corso del Settecento, di un alto grado di instabilità e insicurezza generale, con le inevitabili conseguenze anche sul sistema dei trasporti. A dispetto di ciò resta il dato fondamentale – confermato dai documenti oggetto di questo studio – di una società ottomano-siriana caratterizzata da un alto tasso di mobilità regionale e interregionale, che fa giustizia della troppo a lungo persistente e certamente non sostenibile visione di un mondo chiuso e immobile che ha caratterizzato, per così dire, l’occhio dell’orientalismo occidentale (Faroqhi 2014)

La strada per Mecca
Il viaggio come business
Sui mezzi di trasporto e costi
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