- Research Article
- 10.54103/2464-8914/27631
- Dec 23, 2024
- Italian Review of Legal History
- José R Gómez Biamón
El 12 de mayo ocurrió el primer enfrentamiento de la guerra hispanoamericana en Puerto Rico (1898) con una batalla naval entre la Marina de Estados Unidos bajo el comando del almirante William T. Sampson y la Ciudad de San Juan, Puerto Rico. Durante el bombardeo, buques de Estados Unidos destruyeron estructuras militares e infraestructura civil, incluyendo un hospital, un orfelinato y una iglesia, además de causar 18 heridos y 5 muertes civiles. Aunque la literatura de la guerra hispanoamericana sugiere que el bombardeo de San Juan fue un acto ilegal de guerra por Estados Unidos, existe la necesidad de un análisis histórico jurídico a esos efectos, que incluya todas las fuentes primarias en recursos publicados y además la documentación localizada en archivos históricos, junto con el derecho internacional de ese período para comprender esta afirmación de una mejor forma. Por lo tanto, un análisis crítico de los hechos históricos, fuentes primarias y del derecho vigente durante ese periodo histórico podrá dilucidar el bombardeo de San Juan como un caso histórico donde la guerra a veces omite la justicia cuando bombardean contra civiles.
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/27624
- Dec 23, 2024
- Italian Review of Legal History
- Wojciech Adam Święch
The aim of the article is to present processes and changes that took place in the Polish People’s Republic in the early 1980s in connection with the activities of the Independent and Self-Governing Trade Union „Solidarność”. In this context, it is necessary to show how the then state authorities understood the rule of law (socialist or popular perceived through the prism of the views of Marx, Engels and Lenin). Taking into account the one party rule in Poland at that time, this article will analyze literature in the field of law. It will investigate, first, the writings of Jerzy Bafia, who for many years had an influence on shaping the law in Poland, first as president of the Supreme Court (1972-1976) and then as Minister of Justice (1976-1981). Second, this article presents an analysis of historical sources located in the Archive of Modern Records in Warsaw in the group entitled the Main Office of Control of Press, Publications and Performances in Warsaw. State censorship bodies during martial law in Poland influenced the discussion on the rule of law by controlling the press. Through censorship, the authorities attempted to weed out undesirable perceptions of the political system in Poland. From these documents, a picture emerges of the strategy of institutional censorship regarding the political and legal situation in the years 1981-1983.
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/27629
- Dec 23, 2024
- Italian Review of Legal History
- Raffaella Bianchi Riva
Si propone una riflessione sulla parità di genere in connessione con il principio di indipendenza della professione forense attraverso un’analisi storica tra età liberale, fascismo e periodo repubblicano sino ai giorni nostri. Se, da un lato, infatti, l’esclusione delle donne dalla professione forense nell’Ottocento può essere ricondotta anche alla scarsa autonomia degli ordini degli avvocati, dall’altro, la loro ammissione dopo il 1919 non ha comportato l’uguaglianza nell’esercizio della professione, con gravi ricadute sulla professionalità dell’intera categoria.
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/27617
- Dec 23, 2024
- Italian Review of Legal History
- Tatiana De Souza Castro
Na primeira década republicana do Brasil (1889-1899), várias foram as dificuldades associadas ao nascimento da República e à estabilização dessa nova forma de governo. A própria construção de um novo Poder Judiciário. O novo Poder Judiciário republicano teve que enfrentar, nos primeiros anos, sucessivas declarações de estado de sítio que o convocavam a agir e responder sobre a questão, uma vez que ao Poder Judiciário cabia o papel de guardião da Constituição e protetor dos direitos individuais, em especial ao recém-criado Supremo Tribunal Federal. O Poder Judiciário foi, portanto, mobilizado, por meio de pedidos de habeas corpus, a se posicionar sobre a suspensão das garantias constitucionais, a constitucionalidade do estado de sítio e seus efeitos. Analisamos três pontos importantes: 1) como o Judiciário atuou em relação aos demais Poderes do Estado, em especial o Executivo; 2) como protegeu ou não as liberdades individuais durante o período de exceção; e 3) como o Judiciário exerceu seu papel de guardião da Constituição ao coibir os abusos de poder. Ao analisarmos essa década, notamos a existência de um tema de fundo permanente: o político e o jurídico, o conflito entre o que é político e o que é jurídico, a dificuldade de não misturar as questões e impor limites a cada uma delas. O novo Poder Judiciário procurou, assim, distanciar-se da política e alinhar-se com o seu papel de guardião da Constituição.
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/27616
- Dec 23, 2024
- Italian Review of Legal History
- Carmela Maria Spadaro
I termini «spartenza» e «restanza» non definiscono solo due esperienze complementari legate al fenomeno migratorio, partire e restare, ma evidenziano la comune identità giuridica del cd. «popolo di mezzo», sospeso tra fuga e stanzialità, tra diritti e status perduti ed altri non ancora acquisiti, che percepisce sé stesso comunque e ovunque «fuori luogo»: una «minorità giuridica» la cui denuncia emerge da una corposa letteratura popolare, i cd. «canti di spartenza» capaci di suscitare risposte dal basso e di superare lo stigma recuperando l’identità perduta.
- Journal Issue
- 10.54103/2464-8914/2024
- Dec 23, 2024
- Italian Review of Legal History
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/26099
- Oct 9, 2024
- Italian Review of Legal History
- Roberto Isotton
Il saggio ricostruisce la polemica dottrinale relativa a una disposizione del Codice Zanardelli (art. 378) che disciplina una particolare forma di compartecipazione criminosa: la complicità corrispettiva. Apparentemente classificabile come l’ennesimo episodio della contesa scientifica che ha diviso i penalisti di orientamento liberale (ispiratori del codice) e gli esponenti del nuovo approccio positivistico al diritto penale, la vicenda presenta alcuni aspetti di originalità: da un lato, infatti, anche alcuni giuristi direttamente impegnati nell’opera di codificazione condividono le perplessità intorno alla norma; d’altro canto, le critiche rivolte da un giovane esponente del positivismo penale, Scipio Sighele, non sono formulate secondo i precetti del proprio schieramento scientifico, ma sono ispirate ai principii di garanzia che avrebbero dovuto guidare l’opera del legislatore. Nonostante questo singolare incrocio, l’“inutile e ingiusto” art. 378 resterà infine nell’ordinamento, ma darà origine a non poche difficoltà interpretative, che impegneranno i giuristi lungo tutta la vigenza del codice.
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/26096
- Oct 9, 2024
- Italian Review of Legal History
- Ettore Dezza
Un inedito consilium in materia di tortura del giurista cremonese Egidiolo Cavitelli († 1419) consente di mettere a fuoco i tempi e i contenuti del dibattito sviluppatosi nella dottrina giuridica di diritto comune in ordine alla responsabilità del giudice in caso di morte dell’inquisito assoggettato a tortura ad eruendam veritatem. Il tema è trattato in più occasioni da giuristi di primo piano, tra i quali spiccano i nomi di Guido da Suzzara, Iacopo d’Arena, Alberto Gandino, Cino da Pistoia, Bartolo da Sassoferrato, Alberico da Rosciate e Baldo degli Ubaldi. Centrale in questo dibattito è la distinzione tra i casi in cui la morte del torturato sia imputabile a colpa dell’inquirente (inclusa la culpa lata) e quelli in cui l’evento sia di natura dolosa. Per la gran parte degli interpreti solo in quest’ultimo caso il responsabile deve essere sanzionato con la pena edittale, e cioè con la pena capitale prevista dalla Lex Cornelia de sicariis. Quando invece la responsabilità sia di natura colposa, mentre Guido da Suzzara propende per una soluzione rigorista, la maggior parte degli interpreti ritiene che il giudice responsabile della morte del torturato debba essere sanzionato con una poena extraordinaria affidata all’arbitrium iudicis. Accanto alla percezione del dolo come qualitas delicti, nel dibattitto in oggetto rilevante appare l’emersione di quella sorta di processo circolare che, nel pensiero penale di diritto comune, lega gli elementi soggettivi del reato alla valutazione della gravità del reato e alla commisurazione della pena (corporale o di altra natura). Un ulteriore elemento che caratterizza il consilium di Egidiolo Cavitelli è rappresentato dal ricorso da parte del giurista di Cremona al principio secondo il quale lo svolgimento di un officium costituisce un velamentum criminis, e cioè un elemento di attenuazione o di eliminazione tout-court della responsabilità penale dell’agente quando costui sia titolare di un pubblico officium. Relativamente diffuso nella dottrina bassomedievale, il principio sarà oggetto di una decisa critica a partire dal primo Cinquecento sulla spinta delle nuove sensibilità di matrice umanistica.
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/26091
- Oct 9, 2024
- Italian Review of Legal History
- Raffaella Bianchi Riva
La maggior parte dei processi per violenza sessuale si fonda sulle dichiarazioni della vittima, che entrano nel processo attraverso la testimonianza della persona offesa. La loro valutazione è, dunque, essenziale per l’accertamento del reato. Su tale valutazione possono, tuttavia, influire stereotipi di genere che tendono a colpevolizzare le vittime e che spesso le inducono a rinunciare alla tutela legale, con gravi effetti anche sulla fiducia dei cittadini nell’amministrazione della giustizia.L’indagine condotta sulla giurisprudenza del tribunale di Como in materia di violenza carnale (art. 519 c.p. 1930) e atti di libidine violenti (art. 521 c.p. 1930) negli anni Settanta del Novecento dimostra non solo che i tradizionali pregiudizi sessisti influirono sovente sulla valutazione dei giudici, impedendo di accertare la colpevolezza degli imputati, ma anche che il ricorso ad essi fu favorito dall’intrinseca difficoltà di accertamento di tali reati.Sotto il vigore del codice di procedura penale Rocco, i giudici fecero ampio ricorso all’assoluzione per insufficienza di prove, nonostante le raccomandazioni della Corte di cassazione di interpretare la norma restrittivamente. Se, da un lato, l’utilizzo della formula dubitativa anziché di quella piena rifletteva la difficoltà di accertare in concreto i fatti nei processi per stupro, dall’altro consentiva di attribuire una seppur minima rilevanza alle dichiarazioni della parte offesa. In ogni caso, tale soluzione si risolveva in una mancanza di tutela sia per la vittima, che nel processo non otteneva giustizia sia per l’imputato, che, a causa dell’ambigua disciplina del proscioglimento per insufficienza di prove, continuava a subire conseguenze (giuridiche e sociali) negative anche dopo la chiusura del processo.
- Research Article
- 10.54103/2464-8914/26095
- Oct 9, 2024
- Italian Review of Legal History
- Olivier Descamps
Le principe de précaution a acquis une place déterminante dans les ordres juridiques nationaux et dans le droit international. Il s’agit d’un principe d’action qui ne vise plus la prévention d’un risque connu avec une certitude scientifique avérée mais la précaution pour un risque inconnu et dont on ne peut même pas évaluer la probabilité avec des conséquences incommensurables. D’abord principe moral, il est devenu un principe juridique en étant consacré dans les textes internationaux, européens et nationaux. Son domaine initial d’application relatif à l’environnement s’est ensuite étendu à la santé et aux nouvelles technologies. Dans cet article, il s’agit de retracer une brève histoire de sa naissance et de son développement dans une perspective juridico-comparative.